Oggi più che mai il tema dell’impegno per la salvaguardia dell’ambiente è al centro delle agende delle istituzioni, pubbliche e private, di tutto il mondo. Se una volta, infatti, l’impegno a una generica “riduzione dell’inquinamento” era un’attività lasciata al buon senso del singolo cittadino o della singola azienda, oggi l’approccio ecologico è entrato a pieno titolo nella legislazione, nazionale e sovranazionale, nei bilanci, nei trend di mercato e nei dibattiti quotidiani, diventando in questo modo un topic che non può essere più né ignorato né procrastinato.

Lo sa bene il mercato degli imballaggi che sta guardando al tema dell’ecologia con attenzione e passione crescenti, progettando e mettendo sul mercato prodotti e materiali che siano attenti all’ambiente ma anche al portafogli, senza perdere di vista la necessaria funzionalità che gli imballaggi devono avere nel trasporto di oggetti.

In questo articolo, dunque, metteremo in luce i motivi per cui gli imballaggi ecologici industriali rappresentano i prodotti del futuro, in un mondo sempre più (e a buon diritto) attento a politiche e atteggiamenti che incentivino un’economia che sia, allo stesso tempo, blu e circolare. Privarsene, sostenendo ancora politiche desuete, significherebbe non solo andare incontro a rischi di sanzione, ma anche ignorare i trend del mercato e le richieste dei consumatori.

Perché lo dispone la legge

A partire dal 2015, l’anno dell’EXPO italiano, l’ONU ha promosso i cosiddetti SDGs-Sustainable Development Goals, gli obiettivi di sviluppo sostenibile:17 “goals” (tra cui non mancano i temi della produzione e del consumo sostenibili e della protezione dell’ecosistema terrestre con particolare attenzione all’acqua) finalizzati all’attuazione dell’economia circolare, un sistema capace di “prevenire la generazione dello scarto, prolungare il ciclo di vita dei prodotti, promuovere il riuso e massimizzare il riciclo”.

L’interesse dell’UE per l’economia circolare ha investito anche il mondo degli imballaggi:
con la direttiva sugli imballaggi del 2018, infatti, la Commissione ha stabilito che entro il 2025 ogni Stato membro dovrà riciclare almeno il 65% (che aumenta al 70% entro il 2030) dei suoi rifiuti da imballaggio, differenziati per categoria.Con la direttiva Plastiche monouso (SUP – Single-Use Plastics) del 2019, invece, l’Europa mette al bando alcuni prodotti in plastica monouso entro il 2021.

Perché lo indicano i trend di mercato

La ricerca “Pensare circolare. Risorse e idee per la sostenibilità” di Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) e RCS, commissionata al Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università Roma Tre, vuole fare il punto sul mondo della sostenibilità nel packaging e sulle prossime sfide che lo attendono, anche alla luce delle ultime evoluzioni della normativa comunitaria. Per farlo, tra le varie azioni intraprese c’è stata quella della somministrazione di alcune domande a un panel di oltre 30 tra sustainability manager, responsabili qualità, direttori commerciali, direttori marketing e direttori tecnici di aziende a livello nazionale o internazionale operanti sul territorio italiano.

“Gli intervistati – riporta la ricerca -, nella loro totalità, segnalano un’evoluzione della domanda del mercato: all’attenzione per i costi e l’efficacia del packaging in termini di protezione (che comunque permane) si aggiunge la richiesta di un packaging che impatti meno sull’ambiente grazie a ottimizzazioni nell’uso delle risorse e anche innovazioni radicali (nuovi materiali). La tendenza è verso l’economia circolare, per cui si progetta e si realizza al minimo e si riutilizza al massimo”.

 

Perché migliorano la brand reputation

Come riporta la ricerca, l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna ha condotto, nel 2019, un sondaggio sulle tendenze di consumo orientate all’economia circolare: esso ha coinvolto 1643 persone identificate come responsabili degli acquisti per il proprio nucleo familiare. Ebbene, dallo studio emergono numeri interessanti anche per sostenere la nostra tesi: il packaging, infatti, risulta essere “uno strumento efficace di branding e comunicazione di prodotto. Il 55% dei rispondenti è convinto che ci sia una relazione tra packaging e prodotto, vale a dire che in molti casi il consumatore percepisce, attraverso l’imballaggio, le caratteristiche del prodotto, anche quelle di sostenibilità e di qualità”.

Un dato interessante per quelle aziende che vogliono dotarsi di imballaggi ecologici industriali: questi ultimi, infatti, migliorano la brand reputation, veicolando un positivo messaggio di responsabilità ambientale ai consumatori.

Perché fanno bene all’ambiente

Gli imballaggi ecologici industriali hanno dalla loro l’applicazione di una filiera 100% eco-friendly. Da una parte la loro produzione viene effettuata con materiale bio proveniente da elementi presenti in natura o nati da un’attività di riciclo. D’altro canto, il loro utilizzo (o, forse, è meglio dire riutilizzo) e il loro smaltimento provocano una bassissima emissione di CO2 e gas serra nocivi, con il risultato di un vero e proprio giovamento per l’intero ecosistema.